DAI PLASTICI AL PROGETTO CON I SOFTWARE BIM: MODELLI 3D E RENDER
Quando si sente parlare di virtuale, si pensa subito a mondi digitali, fantastici, assolutamente lontani dalla nostra percezione della realtà. I rendering esterni o architettonici sono ormai pratica assodata ma il fallimento dei numerosi tentativi di rendere un “prodotto” ciò che non è tangibile, dalla realtà aumentata alla realtà virtuale, pesa come un macigno sulla reale comprensione delle enormi opportunità offerte da questo mondo.
Così come succede, ad esempio, per i film in 3D, ciclicamente abbiamo dei momenti di interesse legati al virtuale. Nel breve periodo, vengono sfornate applicazioni, device e contenuti che trattano in maniera massiva questi argomenti per poi velocemente abbandonarli in favore di nuove indicazioni date dal mercato.
In architettura, anche tra gli addetti ai lavori, l’ostracismo nei confronti di ciò che non è legato alla materia è vivo e pulsante. Persino la realizzazione di render e l’utilizzo dei software per la modellazione è vista come un male necessario.
Pensiamo al travagliato obbligo dell’utilizzo del BIM in Italia. Dopo la firma da parte del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nello scorso dicembre, il decreto n. 560 concernente le modalità e tempi di utilizzo del BIM da parte degli enti pubblici, è stato finalmente pubblicato sul sito del Ministero infrastrutture e trasporti il 12 gennaio 2018.
Con l’entrata in vigore del decreto scatta dal 2019 l’obbligo per le stazioni appaltanti di prevedere l’uso del Building Information Modeling per tutti i lavori di importo superiore a cento milioni di euro (a meno di proroghe last minute alle quali siamo purtroppo abituati). Progressivamente poi, fino al 2025, l’obbligo verrà esteso agli appalti di scaglioni di importo inferiori fino a introdurre tale modalità in tutto il sistema dei lavori pubblici.
IL MODELLO IN ARCHITETTURA
Tracciabilità dei dati, delle informazioni di progetto e cantiere nelle diverse sue fasi esecutive fanno del Bim uno strumento molto tangibile nella realtà. Quando si parla della realizzazione di modelli 3D, il pensiero corre al concetto di architettura virtuale ed alla stratigrafia di informazioni legate al disegno delle parti architettoniche e strutturali degli edifici.
Ora, la creazione di modelli architettonici è una pratica antica; da sempre nelle facoltà di architettura e nelle accademie si guarda al plastico architettonico come ad un elemento fondamentale per il percorso di conoscenza della composizione e del ruolo dello spazio negli edifici.
Il modello fisico, il cosiddetto plastico tridimensionale, gode del vantaggio innegabile di essere un’opera creata con della materia e quindi capace di caricarsi di valori ulteriori rispetto al progetto stesso: l’utilizzo di poliplat, compensato e balsa non può prescindere da una certa perizia, necessaria per la buona riuscita del modello. Anzi, spesso, il modello è esso stesso opera d’arte. E’ sufficiente, a esempio, guardare le opere dei grandi modellisti rinascimentali per apprezzare e capire quanta cura venisse adoperata per la loro realizzazione; la cupola del Brunelleschi a Firenze o la facciata di San Lorenzo di Michelangelo sono mirabili esempi.
Ovviamente questi modelli, rispetto alla realizzazione di rendering esterni, per quanto funzionali ed oggettivamente affascinanti, avevano costi non indifferenti imputabili al materiale e soprattutto al tempo impiegato nella loro realizzazione.
Se rimane indubbio l’interesse suscitato da queste opere d’arte, non si può negare come, con gli attuali sistemi di progettazione e realizzazione di render, sia possibile ottenere ottimi risultati garantendo informazioni addizionali che consentono notevoli risparmi in fase di esecuzione delle opere. La costruzione del modello fisico infatti, al di la dei materiali utilizzati, oggi sicuramente più performanti e versatili, è infatti rimasta pressoché la stessa per secoli, rimanendo comunque legata ai tempi di realizzazione e modifica del modello stesso.
WORKFLOW DI LAVORO
Realizzare rendering esterni o render architettonici aiuta il professionista nelle scelte progettuali ed il cliente a comprendere al meglio il risultato finale: qualunque sia il software utilizzato, progettare in 3D è oltretutto un risparmio di tempo non indifferente. Dal concept del progetto fino alla sua realizzazione esistono diversi software per la gestione dello studio tecnico e del progetto.
Se consideriamo esclusivamente quelli “progettuali” un ipotetico flusso di lavoro per uno studio di architettura comporta l’utilizzo di un BIM AUTHORING. Il BIM è un “modello” per la progettazione integrata dell’edificio nelle sue diverse componenti architettoniche, strutturali e impiantistiche e, se possibile, di un programma per il progetto illuminotecnico.
Dal software di modellazione tridimensionale, come Allplan ad esempio, con il quale si producono tutte le tavole necessarie al progetto, è possibile esportare il modello all’interno di software specifici per ottenere diversi gradi di proiezione della realtà. E’ importante sottolineare che i software di rendering non sono necessariamente anche software di modellazione: questi d’altro canto possono avere un motore di render interno o affidarsi ai primi per la realizzazione delle immagini finali. Immagini che necessariamente dovranno poi essere postprodotte con software specifici per il fotoritocco (Photoshop della Adobe ad esempio o il programma opensource Gimp).
RENDERING ESTERNI E VISUALIZZAZIONE DEL PROGETTO
Per i rendering esterni il fotorealismo è legato al comportamento dei materiali in presenza delle fonti luminose: semplificando, a parità di dettagli, più il materiale si comporta in modo corretto e maggiore è la resa dell’immagine ottenuta.
I motori di render fisici, ovvero quelli che provano a gestire la luce come avviene nella realtà, sono in grado di restituire immagini dove il flusso dell’energia luminosa all’interno della scena è controllato in base alla riflessione ed all’assorbimento nei diversi materiali.
Il fotorealismo è raggiunto grazie all’illuminazione globale. Tenendo conto dell’apporto cromatico dei diversi oggetti, il motore di rendering considera il loro effettivo contributo nel calcolo delle luci e delle ombre.
Per quanto riguarda la visualizzazione del progetto, non esistono solo render dal realismo estremo. Esistono anche quelli funzionali alla comprensione dei volumi o quelli utili alle fasi più tecniche del flusso di lavoro.
Bisogna aggiungere che il rendering non è solo una questione tecnica: come avviene per la fotografia esiste un fattore emozionale che si raggiunge solo se si considerano anche aspetti legati al punto di vista dell’osservatore, al tipo di inquadratura, agli effetti legati alla profondità di campo e ovviamente alla bontà del progetto di architettura nel suo insieme.
Per maggiori informazioni sul servizio di render offerto dallo studio visitate “Realizzazione render”
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22 Maggio 2018 22:25