Le diverse tipologie di rivestimento per il bagno
Quando si parla di rivestimento bagno, non si può non pensare alla classica piastrella che ritroviamo nella maggior parte dei bagni considerati ormai “datati”. In effetti la piastrella 20×20 cm è stata, per oltre un secolo, il materiale da rivestimento principe per ogni tipologia di bagno. Declinata in un’infinità di varianti cromatiche e materiche rappresenta nell’immaginario comune la tipica soluzione per impermeabilizzare i muri degli ambienti bagno. Funzione fondamentale del rivestimento sia a parete che a pavimento nei bagni è infatti quella di non assorbire l’acqua in eccesso provocata da contatto, fuoriuscite, condensa e pulizia degli ambienti. Altro fattore importante è la resistenza agli agenti chimici: nei bagni si utilizzano spesso detergenti piuttosto aggressivi che non devono intaccare il rivestimento.
Le piastrelle per il bagno
Dalla piastrella bagno Bianco Matt fino alle cementine più pregiate, questa tipologia di rivestimento bagno, ha attraversato indenne mode e trend stilistici per posizionarsi comunque come una valida alternativa a materiali più contemporanei. Quali sono le piastrelle rivestimento bagno più adatte per gli ambienti umidi?
Le piastrelle in ceramica
Questa tipologia di rivestimento per i bagni, come detto, è quella che da sempre è stata utilizzata sia per le pareti che per le pavimentazioni bagno. Queste piastrelle sono ottenute mediante la miscelazione di opportune quantità di argilla (bianca o rossa a seconda della provenienza), caolini, feldspati, quarzi, additivi chimici e acqua. Una volta essiccati e cotti ad alte temperature che possono raggiungere anche i 1200°. Una volta realizzato il supporto della piastrella questa potrà essere smaltata: quelle smaltate hanno un sottile strato di materiale vetroso che le rende lucide ed impermeabili, mentre quelle non smaltate sono sostanzialmente un corpo unico che può essere lavorato meccanicamente in una fase successiva. A seconda del processo di produzione delle piastrelle, possiamo avere il cotto ed klinker quando l’impasto iniziale viene fatto passare attraverso degli impianti di rifilatura; otteniamo invece il gres porcellanato quando l’impasto polveroso viene compresso tramite presse ad alta pressione.
Pro: sono il rivestimento più rodato quindi quello meno suscettibile agli “imprevisti”. Le piastrelle, disponibili in moltissime varianti, possono costare molto poco e la manutenzione è praticamente nulla.
Contro: possono essere molto scivolose e presentare di conseguenza dei problemi di sicurezza con i pavimenti; sono meno resistenti del gres, la caduta accidentale di un corpo contundente potrebbe facilmente scalfirle.
Il gres porcellanato
Se parliamo di materiali, il gres porcellanato è sicuramente il materiale più versatile ed economico per riprodurre texture e materiali naturali ben più costosi come il marmo ed il legno. Il vantaggio di questo materiale nel rivestimento bagno è che consente scelte molto “comode”: la sua superficie è compatta e facile da pulire, resistente agli agenti chimici e meccanici. E’ possibile simulare qualsiasi tipo di materiale utilizzando praticamente ogni formato possibile: mattonelle per bagno 15 x 60 cm, 30 x 60 cm, o 60 x 60 cm fino ad arrivare ai grandi formati che andranno utilizzati nei bagni più impegnativi. Un nome industriale di questo tipo di prodotti è il Laminam. Interessante, ad esempio, la soluzione proposta da Disenia per l’utilizzo di questa ceramica come prodotto ideale per le diverse superifici.
Gres porcellanato sottile pro e contro
Il gres porcellanato di 3-5 mm è una tipologia di gres che può essere posizionato con un collante direttamente sul rivestimento preesistente.
Pro: costa relativamente poco rispetto alle pietre naturali e si mantiene con maggiore facilità. Consente di cambiare completamente l’aspetto di un ambiente senza intervenire sul rivestimento preesistente.
Contro: La posa del gres sottile richiede personale specializzato. Attenzione alle finiture materiche ed alle texture perché con prodotti entry-level si rischia davvero di avere un effetto finto “tutto”.
La pietra naturale: marmi e graniti
Il rivestimento bagno con la pietra naturale consente di intervenire in ogni tipologia di ambiente: dal bagno minimalista e raffinato a quello più classico ed accogliente, questi materiali, grazie alle infinite essenze e venature consento un design unico, dalle alte carature estetiche e funzionali. Con questa tipologia di materiale si può intervenire sia su di una singola parete che su tutto il rivestimento del bagno ponendo però particolare attenzione agli effetti visivi prodotti dalle venature. Con i rivestimenti bagno in pietra, è possibile spaziare dalle mattonelle “a catalogo” fino ai cavatori/produttori stessi per esigenze legate a formati particolari.
Pro: ogni lastra è un prodotto unico ed esclusivo
Contro: attenzione ai cosmetici ed ai detersivi troppo aggressivi su pietre non trattate.
La pietra composita o ricostruita
La pietra ricostruita è un materiale “artificiale” ricreato partendo dalla frantumazione di elementi lapidei naturali e cementi. Questi, mescolati a particolari leganti come le resine polimeriche sono in grado, attraverso processi di stampaggio di ricreare l’effetto materico di pietre di diversa natura.
Questo tipo di rivestimento, solitamente usato per spazi più ampi come il living o la cucina trova impiego anche nella zona bagno soprattutto quando questa integri una zona wellness. La pietra ricostruita si può presentare in innumerevoli forme e dimensioni: data la specificità di ogni rivestimento il consiglio è quello di considerare attentamente le dimensioni del bagno e valutare la dimensione delle singole “mattonelle” di conseguenza.
E’ possibile ricreare ambienti rustici adatti per spazi “montani” ad esempio, grazie all’utilizzo di elementi che “copiano” i sassi di fiume o le rocce a spacco. Oppure lavorare con mattonelle bagno in pietra composita liscia e dall’effetto assolutamente minimal e contemporaneo.
Pro: ogni elemento presenta caratteri diversi e dall’effetto “naturale” proprio per il tipo di lavorazione impiegata. Si tratta spesso di elementi di rivestimento trattati in modo da resistere al meglio all’effetto degli agenti atmosferici (per gli esterni) e chimici (per gli interni).
Contro: si tratta comunque di un materiale “finto”. Deve essere usato in modo intelligente in modo da non dare un aspetto naif al nostro bagno. Nel caso dell’utilizzo di formati “importanti” bisogna prestare attenzione a non ricreare un effetto “pattern” ripetitivo.
Le cementine
Parliamo di cementine o piastrelle idrauliche quando trattiamo le piastrelle realizzate in pastina colorata di cemento: la loro composizione è data da sabbia e cemento unita a frammenti marmo ed ossidi naturali. Le piastrelle in “graniglia” pur avendo la stessa composizione hanno però una granulometria più evidente. Da non confondersi con le maioliche bagno che sono invece prodotti ceramici, queste piastrelle per bagno, il cui utilizzo è da far risalire al 1800, sono in grado di dare un aspetto originale e raffinato agli ambienti nelle quali sono impiegate. Perfette per spazi ristrutturati e residenze d’epoca trovano spazio anche negli ambienti contemporanei grazie ad esperienze di “fusion design” interessanti. La scelta più sofisticata è quella delle cementine recuperate, mentre una più “sicura” può far riferimento alla produzione attuale (più economica e facilmente reperibile).
Pro: sono elementi dall’indubbio fascino e possono donare un aspetto unico al nostro bagno. In mille colori e geometrie sono facili da pulire ed offrono una buona resistenza ad usura e luce.
Contro: con le cementine recuperate bisogna fare i conti con le metrature necessarie. Bisogna porre la dovuta attenzione ai liquidi se le stesse non siano state trattate adeguatamente con dei prodotti di protezione oleo-idrofobici.
La resina
Se non desideriamo affatto delle mattonelle per il bagno e vogliamo un materiale unico sulle diverse pareti possiamo optare per la resina. Quando parliamo di resina per l’interior parliamo di un materiale artificiale, allo stato iniziale viscoso, che una volta posato indurisce rendendo particolarmente liscia la pavimentazione o il rivestimento verticale. Questo prodotto chimico viene generalmente fornito in due parti: la resina epossidica e l’indurente, che opportunamente miscelati daranno vita al nostro rivestimento.
E’ possibile personalizzarlo in fase di produzione ed in fase di stesura del prodotto, grazie all’aggiunta di polveri lapidee, inerti naturali, glitter o altri elementi decorativi.
Bagni in resina pro e contro
Pro: l’aspetto principale è la massima versatilità in colori e texture e la sua innata resistenza all’usura che lo fanno un rivestimento adatto a tutti gli ambienti della casa. Le resine hanno ottima resistenza agli agenti oleosi, detersivi e tinture ma sono attaccabili dagli acidi se non opportunamente trattate. Un ‘altra caratteristica è quella di poterle utilizzare su rivestimenti preesistenti, purché il supporto sottostante sia assolutamente ben vincolato alla struttura; attenzione quindi a non utilizzarla su mattonelle sollevate o muri che, ad esempio, presentino intonaco ammalorato da umidità da risalita.
Contro: E’ un prodotto chimico e quindi necessità di particolare attenzione in fase di posa. Il rivestimento in resina deve essere opportunamente trattato per renderlo completamente impermeabile: questo serve ad evitare all’affiorare di macchie dovute al contatto con l’acqua.
Il mosaico nel rivestimento bagno
Quando parliamo di mosaico per il bagno dobbiamo prestare molta attenzione alla tipologia di lavorazione proposta. Esistono due mondi completamente diversi: il mosaico artistico ed il mosaico industriale. Il primo, consente l’utilizzo di una gran varietà di materiali per la costruzione delle tessere: vetro, marmo, smalti, ceramiche, legno, metalli. Prevede una posa artigianale piuttosto complessa, dove le tessere di marmo o pietra ottenute “a spacco” possono presentare difformità importanti tra di loro. Nel mosaico artistico gli interstizi tra una tessera e l’altra sono decisi dal posatore in base alla volontà decorativa.
La differenza più visibile infatti tra un mosaico artistico e industriale sta nel fatto che quello industriale presenta tessere identiche per forma e dimensioni (o comunque dei pattern ripetibili se di forme diverse), e solitamente tali tessere sono lisce in quanto “molate” da macchinari specifici.
Nel mosaico industriale le fughe sono identiche in quanto le tessere sono collegate tra loro da un reticolo polimerico che compone delle mattonelle “d’insieme” anche di importanti dimensioni.
Pro: il mosaico industriale è sicuramente indicato per le superfici calpestabili e quando si voglia una certa celerità di posa. Quello artistico o figurativo ha il vantaggio di poter essere davvero unico e riprodurre qualsiasi soggetto.
Contro: i tempi di posa del mosaico artistico sono molto lunghi e connaturati alla difficoltà dell’eventuale disegno/figura da riproporre. Va da se che lo svantaggio principale sia il costo del materiale e della manodopera rispetto alle classiche mattonelle.
Cemento e microcemento
Il pavimento in cemento, una volta utilizzato solo per negli spazi industriali per la sua alta resistenza a carichi ed usura è da tempo utilizzato abbondantemente anche nel mondo dell’interior.
Nei bagni può essere una soluzione interessante quando si voglia ricreare un ambiente minimal chic o industrial. Come per le resine gli effetti color e materici sono pressoché infiniti: si possono ottenere superfici lisce, grezze, opache, anticate, effetto marmo etc.
Pro: Massima versatilità in colori e texture e importante resistenza all’usura. Altra caratteristica comune alle resine è la possibilità di posa su rivestimenti preesistenti. Sono veloci da posare e garantiscono un’ottima precisione nei dettagli. Garantiscono un’alta durabilità ed una bassa manutenzione.
Contro: non è un materiale da posa “fai da te”. In caso di danno “importante” non è possibile operare con delle riparazioni veloci ed immediate che riportino il pavimento allo stato originale.
Le carte da parati per il bagno
Le carte da parati son tornate alla grande, (ne ho parlato in carte da parati bellissime e dove trovarle), ed anche il bagno è uno degli ambienti dove è possibile utilizzarle al meglio. I produttori sono davvero molti e la loro offerta è vastissima in termini di decori, pattern, materiali e qualità.
Come prima cosa è importante ricordare che il termine “carta” è improprio in quanto nei bagni si utilizzano materiali assolutamente impermeabili all’acqua. Quelle meno indicate sono quelle più delicate realizzate generalmente con materiali naturali e porosi come le fibre vegetali. Attenzione alla posa nella doccia dove a causa delle alte temperature è necessario utilizzare carte da parati completamente protette da uno strato protettivo ulteriore. La carte da parati più indicate per il bagno sono realizzate in:
Fibra di vetro: realizzate in filati speciali ottenuti dalla fusione del vetro hanno un’alta resistenza meccanica e all’abrasione. Quella stampata in digitale viene poi finita con una resina trasparente bi-componente che la rende impermeabile al 100% ed adatta quindi anche per la doccia..
Telato plastico: viene utilizzato in ogni ambiente e risulta particolarmente resistente all’usura meccanica.
TNT a stampa diretta: utilizzate in ogni ambiente nei bagni necessitano di essere salvaguardate dalla stesura di un prodotto protettivo ulteriore (non indicato per le zone a contatto diretto con l’acqua)
Vinilica: è lavabile senza problemi e può quindi essere posata in bagno purché si scelga un supporto adatto e non troppo irregolare. Non adatta al rivestimento della doccia.
Pro: sono il trend del momento ed offrono svariate possibilità decorative. Si possono applicare anche sopra le vecchie mattonelle purché queste siano rasate in modo da evitare le imperfezioni.
Contro: la posa deve essere fatta da personale specializzato in grado anche di intervenire sul “fondo” ovvero sulla parete dove la carta verrà incollata. Consigliato l’utilizzo di una colla molto forte soprattutto sulle giunzioni.
[photo: Stipbagni]
Intonaco in calce naturale: tadelakt
Nel mondo della bio-edilizia, per prevenire muffe e formazione di macchie di umidità l’intonaco più adatto per bagno è quello realizzato con calce naturale. La calce è sostanza basica, non tossica, antisettica ed igienizzante. Questo tipo di rivestimento è indicato sicuramente per gli ambienti “rustici” dove la traspirabilità delle murature sia un valore necessario al comfort idrotermico dell’abitazione. Dalla cottura della roccia calcarea si ottengono diversi prodotti a base di calce adatti per gli ambienti umidi. Da questo processo si ottiene una calce totalmente naturale, che si applica senza l’aggiunta di aggregati e collanti di alcun genere.
Se il Grassello di calce è materiale poroso, il cocciopoesto e la sua variante “marocchina” il tadelakt, sono materiali completamente impermeabili utilizzati in antichità per il rivestimento di fontane e cisterne. Ad oggi il tadelakt ad esempio è il più indicato per il rivestimento di bagni e docce dove non si voglia intervenire con un rivestimento secondario all’intonaco.
Pro: il tadelakt offre colorazioni e sfumature uniche grazie alla presenza di pigmenti naturali. E’ un materiale artigianale vellutato al tatto che garantisce pose uniche ed irripetibili. Si presta al rivestimento di forme anche molto sinuose e complesse.
Contro: è un materiale naturale delicato che ha bisogno di cura ed attenzione sia nella posa che nella manutenzione. Viene reso infatti completamente impermeabile dall’utilizzo di uno speciale sapone o dalla cera d’api.
Esempi di rivestimento bagni
Nelle immagini che seguono possiamo vedere alcuni esempi di applicazione delle diverse tipologie di rivestimenti per bagni. Dalla mattonella per bagno, ai rivestimenti bagni resina; troviamo piastrelle per bagni, resine per bagni ed anche soluzioni con carta da parati. (cf. Pinterest)
m.s.
Pingback: Blanc by Living Ceramics: L’eleganza del marmo | Stip Bagni
31 Agosto 2022 17:23