Quando in un progetto di interior si parla di termoarredo, è inevitabile che l’idea comune sia legata all’ambiente bagno: in questa zona della casa da anni vengono proposte infinite soluzioni dedicate a quelli che da sempre sono i cosiddetti “termosifoni moderni” o scaldasalviette.
Ma è anche vero che questo genere di termoarredo, proprio grazie ai diversi termosifoni o radiatori di design presenti sul mercato, abbia conquistato l’apprezzamento di interior designer e architetti che lo propongono ormai in tutti gli ambienti casalinghi e di lavoro.
Nel secolo scorso il riscaldamento era quasi del tutto affidato al sistema idraulico che aveva come terminali riscaldanti i radiatori in ghisa, acciaio o alluminio. Già da diversi anni però, nei progetti di interior, la soluzione più in voga per il riscaldamento degli ambienti è invece il riscaldamento a pavimento: è la soluzione che ha il minor impatto possibile sull’arredo e sui muri di casa limitando l’intervento al solo pavimento. Nei bagni però a questo sistema di riscaldamento vengono quasi sempre abbinati dei termoarrredi idraulici o elettrici. Ma qual’é la differenza tra i diversi termini utilizzati per indicare sostanzialmente lo steso tipo di oggetto?
Termosifone, Calorifero o Termoarredo?
Il termine “termosifone” indica il fenomeno fisico riconducibile alla circolazione convettiva di acqua all’interno di un circuito idraulico: ma, per traslato, questo termine è diventato da subito il nome per indicare anche gli apparecchi deputati a questa funzione. Altro nome comune per le piastre riscaldanti, generalmente realizzate dapprima in ghisa e poi in alluminio e acciaio, è il termine “calorifero”.
Calorifero, termosifone e radiatore sono termini utilizzati indifferentemente nel parlare comune quando vengono trattati appunto gli apparecchi collegati all’impianto di riscaldamento. E’ pur vero però che i radiatori possono essere anche elettrici e quindi nulla hanno a che fare con le proprietà convettive dell’acqua calda. Anche se questi sono “collegati” al sistema centrale di riscaldamento tramite la domotica di casa con un termostato, in essi non passa la stessa acqua calda che passa nei termosifoni, ma la funzione riscaldante viene svolta da una serpentina elettrica all’interno del radiatore.
Diciamo che il termine “termoarredo“ meglio si presta ad includere e descrivere questi ultimi che comunemente, per i bagni, vengono anche chiamati “scaldasalviette”.
Ma, come detto, negli ultimi anni il know-how tecnologico e l’attenzione del design per questi oggetti ha fatto si che i termoarredi si siano diffusi in tutti gli ambienti di casa. Al punto che, il design dei radiatori si è adeguato, arrivando a proporre oggetti interessanti anche per i pannelli collegati all’impianto idraulico di riscaldamento.
Nelle case di quarant’anni fa esisteva un solo impianto principale di riscaldamento e, in mancanza di termostati separati per le diverse zone di casa, si sopperiva alla normale temperatura del bagno con delle stufette elettriche. Oggi questa funzione è affidata al termoarredo.
Nelle moderne abitazioni possiamo avere quindi soluzioni miste dove abbiamo ad esempio, riscaldamento a pavimento e termoarredi elettrici, oppure impianti tradizionali con i soli radiatori declinati però in forme e funzioni diverse a seconda degli ambienti. La domotica di casa è in grado di controllare non solo la temperatura di ogni ambiente ma anche di ogni singolo elemento radiante.
Quale materiale scegliere per il termoarredo?
Il termoarredo si differenzia dai semplici termosifoni o radiatori soprattutto per le qualità estetico-funzionali. Quelli per il bagno possono fare da scaldasalviette mentre quelli per il living possono avere forme e decorazioni tali da sembrare opere d’arte moderna. Esistono decine di modelli: tra i tanti potete vedere ad esempio Ribbon prodotto da Zehnder o Scaletta di Tubes
La quasi totalità di quelli presenti in commercio sono in alluminio o acciaio: se i vecchi termosifoni in ghisa conservano il loro fascino nelle dimore storiche è pur vero che quelli contemporanei nella maggior parte delle situazioni sono molto più performanti e funzionali. Esistono però in produzione alcuni modelli vintage ancora realizzati in ghisa.
I termosifoni in ghisa
La ghisa è una lega ferrosa (ferro/carbonio) con un tenore di carbonio superiore al 2,06% e inferiore al 6,67%. Le sue caratteristiche principali sono riconducibili alla facilità di fusione, ed alla resistenza alla compressione e corrosione.
Una delle differenze sostanziali tra i vecchi modelli di termosifone ed i nuovi termosifoni d’arredo, è che quelli in ghisa, collegati direttamente all’impianto idraulico funzionano con acqua ad alta temperatura (70° ca). Sono lenti ad andare in temperatura, risultano “pericolosi” in quanto ci si può scottare facilmente e una volta “spenti” tornano freddi dopo parecchio tempo. Sono quindi molto fascinosi ma difficili da gestire se vogliamo un controllo “intelligente” della temperatura di una casa “abitata “ per poche ore al giorno.
PRO: I costi di manutenzione sono piuttosto contenuti: la ghisa è una lega di ferro e carbonio pressoché inattaccabile dagli agenti esterni. Questo tipo di termosifone, quindi, non è soggetto a corrosione: esistono ancora termosifoni tranquillamente funzionanti del secolo scorso.
Come detto sono dotati di una notevole inerzia termica: anche una volta spento l’impianto, il termosifone in ghisa è capace di propagare calore nell’ambiente I termosifoni in ghisa sono modulari e permettono di aggiungere o rimuovere elementi a seconda delle necessità.
CONTRO: Sono sicuramente molto pesanti rispetto ai termosifoni in alluminio. Avendo un tempo di riscaldamento lungo i radiatori in ghisa diventano controproducenti se la casa resta disabitata per buona parte della giornata.
I termosifoni in alluminio
L’alluminio è un metallo molto presente in natura, si ricava dalla Bauxite ed è perfettamente riciclabile. Le sue caratteristiche principali sono la leggerezza, le proprietà elastiche e e la conducibilità termica. I termosifoni in alluminio si scaldano rapidamente ma altrettanto rapidamente rilasciano il calore una volta spenti. Grazie al materiale del quale sono fatti è possibile trovare in commercio forme e dimensioni molto diverse e di differente funzionalità formale (scalda-salviette, asciuga-accappatoi, con mensole per i prodotti bagno, etc)
PRO: Leggeri e facilmente trasportabili, alcuni modelli come quelli in ghisa sono modulari e componibili in base alle esigenze del termotecnico.
CONTRO: Sono spesso rumorosi a causa del minimo spessore e della velocità di dilatazione del materiale. I termoarredi di design sono proposti in diverse soluzioni che però non sono necessariamente componibili: è necessario quindi scegliere un preciso modello adatto al progetto di riscaldamento.
Dove posizionare i termoarredi?
Un tempo, i termosifoni venivano posizionati sempre sotto le finestre e vicino all’entrata, presupponendo il fatto che gli infissi, spesso a vetro singolo, non fossero a tenuta stagna e che quindi gli spifferi venissero contrastati dal “muro” di aria calda prodotta dal calorifero.
Con i nuovi materiali e le tecnologie legate agli infissi a doppio o triplo vetro il problema della coibentazione è da tempo risolto ma, permane per praticità, il posizionamento dei termosifoni sotto la banchina delle finestre: occupano uno spazio già difficile da utilizzare in altro modo e si risparmia invece l’occupazione di un altra parete.
Per quanto riguarda i termoarredi nei locali bagno questi andrebbero sempre posizionati in modo da “servire” la doccia o la vasca: andrebbero quindi inseriti nelle immediate vicinanze.
Attenzione ai diversi modelli “elettrici” che devono rispettare delle distanze minime di sicurezza a seconda della classe dell’apparecchio (Norma CEI 64-8).
Per quanto riguarda gli altri ambienti, esistono comunque degli accorgimenti per evitare dispersioni di calore e/o fastidi alla persona:
• Evitare di posizionare i termoarredi dietro mobili ingombranti (armadi e divani ad esempio) in moco che il calore si propaghi in modo uniforme
• Meglio non collocare i termoarredi dietro le tende perché costringerebbero ancor di più l’aria calda a seguire il suo naturale percorso verso l’alto.
• Non posizionare i termosifoni vicino alla testata del letto: l’aria calda prodotta dal radiatore disturberebbe la respirazione durante il sonno
• Attenzione al posizionamento dietro le porte: verificate sempre che, a seconda dell’apertura/chiusura della stessa, il calore si propaghi nella stanza per la quale è stato progettato.
Esempi termoarredo bagno e ambienti casa
m.s.
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