DUE STILI DI ARREDAMENTO COMPLEMENTARI
Lo stile in arredamento è una faccenda complicata e, quando si progetta l’interno di un’abitazione che sia boho chic o shabby, affidarsi esclusivamente agli input che arrivano da riviste, negozi e professionisti del settore non basta. Il rischio maggiore non è quello di avere una casa impersonale e uguale a tante altre, ma soprattutto di ritrovarsi in un ambiente estraneo nonostante il tempo ed i soldi impiegati nella progettazione.
Sia per il professionista che per il cliente, il rischio di fare errori è altissimo soprattutto se esiste uno scollamento temporale e spaziale tra l’involucro dell’abitazione e lo stile deciso per il suo interno. La conoscenza è l’unica via per tracciare una strada dalla quale scostarsi il meno possibile durante la definizione del progetto di interni: andare oltre il concetto di “mi piace” o “non mi piace” deve essere il mantra che ci deve accompagnare nel percorso progettuale.
Per quanto in architettura possa sembrare un argomento secondario, il tema dello stile degli oggetti e degli arredi che ci circondano, è fondamentale non solo per una comprensione più approfondita degli sviluppo degli stili architettonici ma diventa fondamentale anche per le scelte dalle quali dipendono il benessere, sia mentale che fisico, del fruitore degli spazi progettati. In questo articolo “I luoghi dell’abitare e gli stili di arredamento” trovate l’elenco di tutti gli stili trattati nel blog.
Questo primo articolo riguardante gli stili in arredamento tratta due tendenze per alcuni aspetti complementari: lo stile Boho chic e lo stile Shabby chic. Se il primo ha radici culturali che traggono linfa anche dalla storia del costume il secondo è un fenomeno prettamente legato alla decorazione ed è avallato da un enorme successo commerciale: due fenomeni quindi non trascurabili nel mondo dell’arredamento di interni.
BOHO CHIC
BoHo è l’abbreviazione di Boehmian Homeless: una definizione che ben descrive il senso di questo stile di moda femminile che, in bilico tra lo stile prettamente bohemienne del XIX secolo, lo spirito hippy degli anni sessanta ed elementi della moda londinese dei primi anni 2000, ha recentemente influenzato anche l’arredamento di interni.
I Boho, o Bobo in Francia, sono una categoria di consumatori attenti e iper-chic che nel tentativo di coniugare la “fame” di stile con i propri principi etici come ecologia, rispetto della dignità umana, ipercultura dell’arte contemporanea, riescono a fondere due aspetti apparentemente antitetici: la cura dell’anima ereditata dalla controcultura degli anni sessanta (Boho) ed il consumismo elitario della borghesia (Chic).
L’onda lunga di questo “anticonformismo”, che si snoda per quasi duecento anni di storia, trae forza proprio dai disvalori iniziali del movimento artistico Bohemienne: la distruzione del proprio io, nel non vedere la propria arte riconosciuta dalla società e la conseguente crisi che ne deriva, sono i prodromi di un violento manifesto creativo avverso ai luoghi comuni ed ai precetti borghesi.
Questa ribellione si edulcora nel corso del tempo e l’agognata libertà espressiva trova terreno fertile proprio nelle disponibilità economiche, che rendono possibili sperimentazioni materiche e cromatiche tipiche di questo stile d’arredamento.
La casa Boho chic
La casa Boho Chic è una casa multicolore dove convivono cuscini etnici, pattern geometrici, velluti, tappeti a pelo lungo, arredi in legno riciclato, piante da interni esotiche, divani morbidi in colori vivaci, piastrelle decorate con smalti dal colore acceso, elementi di arredo anche di design contemporaneo ma mixati in modo da non esaltarne l’individualità per una maggiore visione di insieme. La citazione diretta è quella del mondo gipsy fatto di elementi variopinti, di mobili riutilizzati, di una visione del mondo nomade ed itinerante dove anche l’aspetto etnico ha una forte componente evocativa.
Negli ambienti della casa boho chic troviamo anche mobili di antiquariato decontestualizzati, testimonianza della volontà di non fuggire dal passato ma artefici di un disordine formale “fil rouge” di ogni componente d’arredo. Per lo stile boho a questo link potete torvare interessanti proposte di Westwing.
Il pezzo forte: la poltrona vintage ricoperta con pattern geometrici variopinti
Accessori must have: i canestri in paglia intrecciati multicolore ed i vasi in ceramica smaltata
Testimonial: Shakespeare, Sherlock Holmes, Winston Churchill, Sienna Miller, Kate Moss, Misha Barton.
Film: “Amélie” (Audrey Tatou),”I Tenembaum” (Gwyneth Paltrow, Owen Wilson, Bill Murray)
Arte e design: Preraffaelliti, cultura indiana e far east, Hippies
SHABBY CHIC
Fenomeno che può considerarsi uno spinoff di questo movimento ma esclusivamente legato all’arredamento è lo stile Shabby Chic. Qui si perdono le componenti intellettuali ed avanguardiste del Boho per rifugiarsi in una più confortevole atmosfera da campagna inglese: non quella da caccia alla volpe ma quella più contadina legata a divani in chintz e mobili caratterizzati da vecchie pitture consunte.
Proprio sul riutilizzo di vecchi componenti d’arredo si basa lo stile shabby: mobili elaborati nelle modanature che, una volta ridipinti con tinte bianco o pastello, vengono anticati per donar loro quell’allure usurato ed invecchiato.
Nessuna iperbole quindi negli elementi caratterizzanti questo stile, ma una pacata mescolanza di elementi old style dove il fai da te è l’elemento, se vogliamo, di maggior impatto in una tendenza di per sé ovviamente poco innovativa dal punto di vista del design: impossibile quindi non avvalorare l’idea del riutilizzo del mobile vecchio di povera fattura, ricordo della parsimonia contadina, piuttosto che l’acquisto di un mobile finto invecchiato ad hoc in catena di montaggio.
Stile rurale in completa antitesi al movimento moderno, lo stile Shabby deve la sua fortuna anche alla somiglianza con lo stile provenzale, con il quale condivide gran parte dei complementi ed elementi d’arredo.
Grazie a questa assonanza ha trovato terreno fertile in buona parte della borghesia perbenista degli ultimi vent’anni, vedendo il fiorire di numerose seguaci di Rachel Ashwell, la prima ad aver fatto dello stile shabby chic un brand.
Punto focale dello stile è la “trasformazione” del mobile, che negli intenti Shabby è quasi una “sublimazione” dallo stato di materia lignea a quella aeriforme e polverosa della vernice decapata. Le ragioni estetiche di questa operazione trovano fondamenta nella ricerca del senso dell’ordine, in una maniacale rievocazione di tempi e luoghi dove l’atmosfera ovattata dei colori pastello e dei materiali morbidi rappresentano il caldo abbraccio della rassicurante culla lontana dalla realtà della città contemporanea.
La fortuna dello Shabby Chic è da ricercarsi anche nell’offerta delle grandi catene di negozi d’arredamento che allo stile dedicano intere linee produttive. Ma perché i mobili “vecchi” piacciono così tanto? I motivi sono diversi: prima di tutto raccontano una storia; non dicono necessariamente quello che hanno vissuto, ma il fatto che sia stato attraverso molto tempo hanno tutto il nostro rispetto. Qualità: qualcosa che è durato a lungo è più probabile che duri rispetto a qualcosa che è stato fatto stamattina. L’imperfezione è umana: sono quei piccoli difetti che aggiungono personalità e relazionano con l’oggetto inanimato. Il problema della produzione in serie Shabby è che è falsa. Non è affatto vecchia e non ha storie da raccontare, se non quella del marketing finalizzato alla vendita del prodotto. Meglio quindi affidarsi alle proprie mani, e dare nuova vita a mobili unici recuperati nella moltitudine dei mercatini di settore.
La casa Shabby
La casa shabby è rassicurante: i tessuti antichi in lino e cotone abbinati in contrasto al pizzo, i ricci e merletti nei colori bianco puro, ecru, i tessuti anche in fantasia con fiori d’epoca sono le caratteristiche dello stile shabby chic. I mobili, ricchi di modanature e intarsi sono dipinti con colori tenui, sbiancati e romantici le cui tonalità del rosa antico, salvia e carta da zucchero trovano applicazione anche su superfici lignee importanti come pavimenti e boiserie.
Il pezzo forte: la vetrina decapata con la rete in tinta al posto dei vetri
Accessori must have: la bilancia vintage ed i barattoli in vetro anticato in tinte pastello
Testimonial: Rachel Ashwell, Holly Hobbie.
Film: “The holiday” (Jude Law, Kate Winslet, Cameron Diaz),”C’è posta per te” (Tom Hanks, Meg Ryan)
Arte e design: decorazioni lignee svedesi del XVIII secolo, lo stile provenzale francese e il design degli Shakers americani.
m.s.
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