ASPETTI TECNICI DEL FOTOREALISMO
I render fotorealistici sono immagini generate da software di rendering 3D. Questi software, interpretando le matematiche di scene tridimensionali, sono in grado di produrre rappresentazioni virtuali assimilabili alle fotografie. La qualità di queste immagini dipende dal software utilizzato ed il loro realismo è proporzionale alla qualità artistica, compositiva e visuale con le quali le scene di progetto sono state create.
Il render fotorealistico è quindi un artefatto digitale generato dalla sintesi di: capacità tecniche ed artistiche del progettista, potenza d’insieme del computer e peculiarità specifiche del software di rendering.
Per chi ha appena iniziato nel settore della visualizzazione architettonica o dell’arte cgi (computer generated imagery), i render realistici sono obiettivo agognato e fonte di indicibili frustrazioni. La difficoltà maggiore risiede nel bilanciare in modo corretto i diversi aspetti progettuali. Per quanto riguarda la visualizzazione architettonica ed il rendering interno, un aspetto che però mi preme sottolineare è che un buon render non deve essere sempre necessariamente fotografico ma deve assolvere ad una questione fondamentale: comunicare in modo efficace il focus dell’immagine creata.
Ci sono infatti diverse tipologie di rendering interno che sono volutamente realizzati per non essere fotografici ma per assolvere ad altre funzioni comunicative. Inutile girarci attorno. Pessimi progetti, purtroppo, possono avere fantastici rendering realistici interni o di esterni se questi sono eseguiti e suffragati da corrette capacità tecniche. E altra, nota dolente, non è il caso di pensare a risorse “gratis” che possano fare questo tipo di lavoro. Detto questo, passiamo al come fare render ovvero vediamo quali siano invece le indicazioni da seguire per migliorare i nostri render fotorealistici in modo facile e veloce. Teniamo però ben presente che, oltre alle innegabili questioni tecniche, un aspetto fondamentale da non dimenticare è quello della composizione dell’immagine.
1. LA MODELLAZIONE 3D
Un buon progetto deve avere qualità funzionali ed estetiche derivanti dall’utilizzo delle soluzioni di progetto e tecnologiche adottate, dai materiali applicati e dalla cura delle finiture. Al di la della bontà architettonica e stilistica del progetto, è importante che questo sia però suffragato da un’ottima modellazione. Nei software dedicati al 3D, esistono programmi gratuiti; per un programma render gratis si trovano diverse soluzioni, come Freecad o Blender ad esempio. Ma è anche vero che le soluzioni professionali offrono generalmente più risorse e possibilità. Al di la del software utilizzato comunque è fondamentale il tipo di approccio. Per la modellazione ed il rendering è necessario dedicarci il tempo necessario. Questo vuol dire prestare attenzione all’insieme ed ai dettagli, senza perder di vista l’obiettivo comunicativo del nostro render ovvero la visualizzazione 3D fotorealistica.
Ottimizzare le superfici degli elementi
Bisogna sempre cercare di lavorare alla giusta scala, non lasciare mai spigoli vivi, smussare le geometrie. Cercate di ottimizzare le superfici, allineate quindi le normali ed assicuratevi che non ci siano difformità non volute nelle mesh degli oggetti.
In un rendering fotorealistico la smussatura è fondamentale: basta guardarsi intorno per capire che sia in natura che tra gli oggetti creati dall’uomo difficilmente troveremo degli spigoli “vivi” e quando questo succede è perché spesso questi oggetti si sono rotti (come un bicchiere di vetro o un vaso di ceramica). Se parliamo di rendering 3D fotorealistici, il realismo risiede più nella morbidezza che nella spigolosità.
Con Cinema 4D e Corona gli strumenti per smussare gli angoli degli oggetti sono davvero tanti. A partire dalle primitive che offrono la possibilità di smussare i lati (come il cubo ad esempio) o di raccordare i “tappi” cambiando il raggio di smussatura (come nel cilindro). Esiste poi lo strumento “smussa” legato alla modellazione poligonale nel menù Mesh e ben due deformatori: “smussare” indicato per oggetti con poche “facce” e “smussatura” indicato per gli oggetti dotati di mesh complesse e più segmenti/poligoni.
L’importanza delle imperfezioni nei materiali per i render fotorealistici
Prestate attenzione a quello che vi circonda: su qualsiasi superficie noterete polvere, macchie, graffi, sporco e varie altre imperfezioni. Eppure nella maggior parte dei casi, gli artisti creano i propri materiali senza tentare di replicare questi effetti.
Usando invece le imperfezioni (in modo sensato ovviamente) all’interno della scena, potrete raggiungere un altro livello di realismo.
Questo aspetto è fondamentale ad esempio sulle superfici modificate dal tempo e dall’utilizzo dell’uomo: un pavimento in legno non sarà omogeneo dopo anni di utilizzo, uno specchio mai perfettamente pulito, un mobile in legno avrà delle minuscole ammaccature, l’intonaco del muro presenterà comunque delle difformità visibili in base all’incidenza della luce.
Il modo più comune per introdurre queste imperfezioni è utilizzare delle mappe nel canale di riflettanza (glossiness) di un materiale. Questa tecnica imita da vicino la realtà poiché cambia la nitidezza dei riflessi nel materiale. Ecco che quindi i nodi del legno di un parquet avranno una riflessione diversa dal resto del listello.
Allo stesso modo è necessario intervenire con le mappe nei tessuti per creare maggiore realismo; ad esempio nel velluto sarà interessante riprodurre l’effetto che subisce il tessuto quando viene accarezzato “contropelo”.
2. I CONTENUTI
Attenzione ai dettagli
Parlando di render fotorealistici di interni è necessario avere cura dei particolari di progetto. Questo significa che, se dobbiamo eseguire un render fotografico non potremo dimenticarci dei dettagli, soprattutto quelli che a prima vista possono sembrarci superflui.
E mi riferisco, a solo titolo di esempio ai battiscopa, alle prese elettriche, ai dettagli degli infissi, alle tende ed ai loro accessori. Per non parlare dei complementi d’arredo e soprattutto di libri, accessori, soprammobili che se ben utilizzati aiuteranno a realizzare render fotorealistici. Non dobbiamo saturare la scena di oggetti ma, con equilibrio, inserire quanto naturalmente esisterebbe nell’ambiente reale.
Date un minimo di disordine agli oggetti di scena
Un errore di molti rendering 3D è che sembrano troppo perfetti. Ecco perché vi suggerisco di aggiungere un po’ di caos e di gestire l’elemento casualità nella scena. Per una visualizzazione 3D fotorealistica, su un divano vedere cuscini tutti uguali, tutti perfettamente allineati e con le stesse imperfezioni non è realistico. Quando duplicate un oggetto, assicuratevi di aggiungere qualche variazione, che risieda nella modellazione della superficie, nella mappatura del materiale e nella posizione dello stesso.
3. ILLUMINAZIONE
L’importanza della luce nei render 3D fotorealistici interni
Prima di tutto studiate l’ambiente reale e delle immagini di riferimento: non c’è nulla come la nostra mente in grado di ingannarci sul reale comportamento della luce. Provate a scacciare quello che credete di visualizzare concentrandovi invece nel capire come si comporta la luce nella realtà. Analizzatela a fondo, cercate di comprendere perché vi colpisce e come sono messe le fonti luminose, e prima di partire con l’illuminazione del vostro file, progettate la combinazione delle luci aiutandovi con degli schizzi preparatori.
Un chiaro indizio che molti render sono “fake” è proprio l’illuminazione. Se volete ottenere rendering fotorealistici, è meglio imitare l’illuminazione degli ambienti del mondo reale. Prestate attenzione a non eccedere con l’utilizzo di luci non fisicamente presenti nella scena e prediligete invece le reali fonti luminose. Se proprio dovete aumentare la luminosità della scena intervenite sulle proprietà fisiche della camera.
Utilizzate fonti luminose reali
Per le fonti luminose invece, pensate bene alla loro posizione, forma, temperatura di colore e intensità. Una volta compresi questi aspetti riproducetele nella scena cercando di imitare la realtà. Soprattutto nella visualizzazione architettonica, è bene utilizzare i file IES per poter imitare in modo più realistico l’illuminazione del mondo reale.
I file IES sono creati dai produttori di sorgenti luminose (lampadine, led, neon etc) e servono per quantificare digitalmente i dati di illuminazione fotometrica. Questi profili contengono informazioni accurate su forma, luminescenza e caduta della luce. Il rendering interattivo, con la possibilità di cambiare esposizione e bilanciamento delle luci, sono entrambi incredibilmente utili durante questa fase, il feedback istantaneo consente infatti di sperimentare valori diversi e perfezionare l’illuminazione molto più velocemente.
Riflessi ed effetti luce
Nella fotografia digitale, i fotografi cercano di rimuovere il più possibile gli effetti dell’obiettivo come il bloom ed il glare, ma nei render 3D, quando vengono utilizzati in modo sottile, possono aumentare il loro fotorealismo. Corona gestisce l’intensità e la “dimensione” di tali parametri con la possibilità di modificarli in real time durante la fase di render.
4. IL PUNTO DI VISTA
Utilizzo della camera di scena per render fotorealistici
Come già detto è fondamentale utilizzare per la scena le camera di scena fisiche (come quelle di Corona). Come avviene per le fotocamere reflex, impostare i giusti valori nel pannello di controllo della camera è una delle questioni principali da affrontare.
Evitate aperture surreali, distorsioni della prospettiva e tagli obliqui: la regola vorrebbe che in architettura tutte le viste fossero prospettive a quadro verticale, ma non seguite la regola come una legge, consideratela piuttosto una traccia per iniziare il vostro percorso.
Come in una reflex, le proprietà fondamentali da gestire, che sono nient’altro che dei parametri da variare nella Camera di Corona sono:
- Lunghezza focale e dimensione sensore
- Apertura del diaframma (F-Stop)
- Sensibilità del sensore (ISO)
- Tempo di esposizione/Velocità Otturatore (in frazioni di secondo)
Per quanto riguarda la focale, cercate di mantenerla tra i 16-50mm per rendering interno e 30-100mm per rendering esterno. Evitate di posizionare la camera semplicemente nell’angolo di una stanza con un obiettivo grandangolare: sperimentate composizioni diverse per mettere a fuoco i dettagli.
Profondità di campo nei render fotorealistici
Gli effetti di profondità di campo ovvero la sfocatura che possiamo avere sullo sfondo o in primissimo piano, sono uno dei trucchi più semplici per aumentare il realismo dei rendering perché sono delle soluzioni grafiche che associamo strettamente alla fotografia della vita reale. Il suo utilizzo aiuta a isolare il soggetto ed è uno degli elementi che può migliorare la composizione fotografica della scena.
La profondità di campo diminuisce quanto più un soggetto è vicino alla fotocamera: usiamola su dettagli ravvicinati in modo da attirare l’attenzione sul punto focale.
5. LA POSTPRODUZIONE PER I RENDER FOTOREALISTICI
Il lavoro del renderista non finisce con il calcolo del render. L’immagine ottenuta, cosi come succede quando si scattano fotografie professionali, dovrà essere controllata e post-prodotta per assicurarci un buon risultato finale.
È un processo decisionale che servirà a focalizzare l’attenzione dell’utente su uno o più elementi fondamentali. L’obiettivo è far esprimere all’immagine in modo più deciso la sostanza del suo messaggio comunicativo e correggere eventuali difetti emersi nella fase esecutiva.
Esistono diverse app (come Lightroom di Adobe ad esempio ) che consentono di intervenire calibrando i colori, saturazione e intensità delle luci. Va detto che gli stessi motori di render offrono la possibilità di intervenire anche a fine sessione: con Corona infatti gran parte dei tools disponibili in fase di render sono utilizzabili anche dopo la fase di calcolo.
Per i render fotorealistici, uno strumento molto potente è il light-mix di Corona. Successivamente alla fase di render e, tramite il multipass, consente di gestire luci ed ombre su livelli di immagine con programmi di fotoritocco come Photoshop.
Oltre alle questione tecniche esiste un aspetto legato non tanto alle risorse utilizzate ma piuttosto alla capacità di creare il giusto bilanciamento di elementi nel render. Stiamo parlando della composizione dell’immagine, che affronteremo nel prossimo articolo dedicato ai render fotorealistici.
m.s.
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